Cybersecurity Italia 2025: Mercato in esplosione, stipendi in crescita e 300mila posti di lavoro da riempire
Cybersecurity Italia 2025: il settore della sicurezza informatica vive un momento di crescita straordinaria. Con un mercato che ha raggiunto i 2,48 miliardi di euro nel 2024 e proiezioni che indicano oltre 6 miliardi entro il 2030, la cybersecurity italiana si conferma come uno dei comparti più dinamici dell’economia digitale nazionale.
L’Italia, pur rimanendo ultima nel G7 per investimenti in sicurezza informatica rispetto al pil, sta vivendo una trasformazione profonda. Il rapporto spesa/pil dello 0,12% è ancora distante dallo 0,34% degli Stati Uniti, ma la crescita del 15% registrata nel 2024 dall’Osservatorio cybersecurity & data protection del Politecnico di Milano testimonia una nuova consapevolezza.
Un Paese sotto attacco: i dati shock del rapporto Clusit 2025
L’Italia è nel mirino dei cybercriminali di tutto il mondo. Nel 2024, il nostro paese ha subito il 10,1% degli attacchi informatici globali, secondo il rapporto Clusit 2025. Una percentuale significativa se consideriamo il peso economico italiano nel panorama mondiale.
I numeri del rapporto Clusit mostrano un’escalation preoccupante: 310 attacchi gravi nel 2023, con un incremento del 65% rispetto al 2022. Il 2024 ha segnato un record negativo con oltre 3.500 incidenti registrati a livello globale, confermando l’Italia tra i primi bersagli.
I settori nel mirino: sanità e manifatturiero sotto pressione
La distribuzione settoriale degli attacchi rivela una situazione critica. La sanità italiana è diventata il settore più colpito, con un incremento degli attacchi superiore all’80% nel 2024 secondo i dati dell’Osservatorio del Politecnico di Milano.
Il settore manifatturiero presenta numeri altrettanto allarmanti: il 25% di tutti gli attacchi mondiali al manufacturing colpisce aziende italiane, una sproporzione che evidenzia la vulnerabilità del made in Italy digitale. Il primo semestre 2024 ha visto il manifatturiero come settore più colpito in Italia, con oltre un quarto degli incidenti globali al manufacturing avvenuti nel nostro paese.
Il paradosso italiano: crescita record, investimenti insufficienti
Il mercato italiano presenta un paradosso evidente: da un lato una crescita del 15% nel 2024 che ha portato il valore a 2,48 miliardi di euro, dall’altro investimenti che restano al di sotto delle necessità europee.
Le proiezioni di Mordor Intelligence sono ambiziose: 3,99 miliardi di dollari nel 2025, per arrivare a 6,42 miliardi entro il 2030, con un tasso di crescita annuo del 9,96%. Nel 2024, la dimensione del mercato della sicurezza informatica in Italia è stata stimata in 3,59 miliardi di dollari.
Tuttavia, l’Italia investe solo lo 0,12% del pil in cybersecurity, una cifra modesta se confrontata con lo 0,34% degli Stati Uniti o lo 0,29% del Regno Unito, mantenendo l’ultimo posto nel G7 per questo indicatore.
La spinta di NIS2: normative che cambiano il gioco
La direttiva NIS2, recepita in Italia con il decreto legislativo 138/2024 ed entrata in vigore il 16 ottobre 2024, ha dato una scossa significativa al mercato. La nuova normativa Network and Information Security prevede sanzioni che possono arrivare al 2% del fatturato mondiale per le aziende che non rispettano gli standard minimi.
L’effetto si manifesta già nei settori tradizionalmente meno digitalizzati: logistica e trasporti crescono del 25%, i servizi del 24%, trainati dalla necessità di adeguarsi alle nuove norme secondo i dati dell’Osservatorio del Politecnico di Milano.
Il mercato del lavoro: stipendi in crescita e carenza di talenti
Il settore cybersecurity offre oggi opportunità lavorative interessanti con stipendi mediamente superiori ad altri comparti IT. La domanda di professionisti supera l’offerta, creando condizioni favorevoli per chi possiede le competenze richieste.
Quanto si guadagna davvero: i dati Glassdoor 2025
Secondo i dati Glassdoor aggiornati a luglio 2025, lo stipendio medio per un professionista di cybersecurity in Italia è di 39.500 euro lordi annui, con una fascia che va dai 29.200 euro (25° percentile) ai 48.750 euro (75° percentile).
Per il ruolo specifico di cyber security analyst, la retribuzione media si attesta sui 29.000 euro annui, con una fascia retributiva tra 26.200 euro e 33.700 euro, basata su 213 stipendi reali comunicati alla piattaforma.
La progressione di carriera presenta queste fasce tipiche:
- Entry-level (0-2 anni): 25.000-30.000 euro;
- Junior specializzato: fino a 35.000 euro;
- Intermedio (2-5 anni): 40.000-60.000 euro;
- Senior (oltre 5 anni): 60.000-80.000 euro;
- CISO/dirigenti: 80.000-150.000 euro nelle grandi aziende.
Il settore pubblico: ACN e opportunità nella PA
L’Agenzia per la cybersicurezza nazionale applica trattamenti economici equiparati al personale della Banca d’Italia. Gli assistenti ACN sono inquadrati nell’area operativa con stipendi lordi annui tra 33.000 e 36.000 euro, corrispondenti a un netto mensile stimato tra 1.600 e 1.900 euro.
L’ACN ha avviato diverse selezioni per il 2025, incluse 27 assunzioni per assistenti e 24 per coordinatori, segno dell’espansione dell’organico dell’agenzia.
Formazione d’eccellenza: l’Italia che investe sul futuro
L’offerta formativa italiana in cybersecurity ha registrato una crescita significativa negli ultimi anni, con programmi specialistici distribuiti su tutto il territorio nazionale.
I programmi di punta
L’Università Sapienza di Roma guida l’offerta nazionale con la prima laurea magistrale in cybersecurity completamente dedicata in Italia, erogata interamente in inglese con tre percorsi specialistici: software, processes and governance, e infrastructures and systems.
Il Politecnico di Milano, in collaborazione con l’Università Bocconi, offre il master of science in cyber risk strategy and governance, un programma congiunto che combina competenze tecniche e manageriali, considerato unico in Europa per l’approccio multidisciplinare.
L’offerta del sud Italia
Il meridione presenta opportunità formative di eccellenza: l’Università di Cagliari offre computer engineering, cybersecurity and artificial intelligence, integrando cybersecurity e intelligenza artificiale. L’Università di Catania propone il master in “cybersecurity & defence”, mentre l’Università di Napoli Parthenope ha corsi già dal livello triennale.
Nota: Questo elenco rappresenta una piccola selezione di opportunità formative disponibili. L’offerta universitaria italiana in cybersecurity è in continua espansione, con nuovi corsi e specializzazioni attivate ogni anno accademico. Si consiglia di consultare sempre i siti ufficiali degli atenei per informazioni aggiornate su programmi, requisiti di ammissione e scadenze.
Le certificazioni che contano nel mercato italiano
Nel mercato italiano della cybersecurity, le certificazioni internazionali rappresentano un fattore prioritario nella valutazione dei candidati per il 75% delle aziende, secondo le analisi di settore.
Certificazioni entry-level
- CompTIA Security+: punto di ingresso ideale per principianti;
- CompTIA CySA+: focalizzata su threat detection e incident response.
Certificazioni avanzate
- CISSP: considerato il gold standard della cybersecurity;
- CISM: prestigiosa per ruoli manageriali;
- CEH: altamente valorizzata per penetration testing;
- OSCP: tra le più tecniche e rispettate nel settore.
I professionisti certificati CISSP in Italia registrano aumenti salariali del 15-25% secondo le analisi di mercato.
Le PMI: il punto debole del sistema
Solo il 30% delle PMI italiane ha implementato strategie di cybersecurity adeguate, secondo i dati dell’U.S. trade administration, che confermano come più del 50% delle PMI italiane non sia preparato ad affrontare le minacce crescenti.
Investimenti consigliati per le PMI
Una PMI con 50 dipendenti dovrebbe investire tra il 3% e il 5% del proprio fatturato IT in cybersecurity, corrispondente a un budget annuale di 15.000-25.000 euro per soluzioni tecnologiche, formazione e consulenza.
Le soluzioni entry-level disponibili includono:
- Antivirus business: 20-40 euro per postazione annua;
- Firewall managed: 1.500-3.000 euro (installazione inclusa);
- Backup cloud: 5-15 euro per dipendente/mese;
- SOC managed: da 200 euro/mese per monitoraggio base.
L’intelligenza artificiale nella cybersecurity
Il 56% delle imprese italiane ha introdotto strumenti di intelligenza artificiale in ambito sicurezza, ma solo il 22% li utilizza in maniera estesa, secondo i dati dell’Osservatorio del Politecnico di Milano.
Le applicazioni principali mirano a:
- Individuare anomalie che si discostano da pattern comportamentali tipici (73%);
- Identificare nuove potenziali minacce e vulnerabilità zero-day (70%);
- Analizzare correlazioni tra eventi per agire preventivamente (70%).
Il 52% delle grandi imprese italiane ricorre a soluzioni integrate con algoritmi di AI per automatizzare le attività di cybersecurity.
Quantum computing: la sfida del futuro
L’Italia ha stanziato 227,4 milioni di euro nel piano nazionale quantistico durante il periodo 2021-2024, con piani per 1 miliardo di euro nei prossimi cinque anni dal 2025, preparandosi alla transizione verso la crittografia post-quantistica.
La strategia “harvest now, decrypt later” rappresenta una minaccia concreta: attori nation-state stanno raccogliendo dati crittografati con l’obiettivo di decifrarli quando i computer quantistici raggiungeranno la maturità operativa.
Verso il 2030: previsioni e scenari
Il mercato italiano della cybersecurity è destinato a raggiungere 6,42 miliardi di dollari entro il 2030 secondo Mordor Intelligence, con una crescita media annua del 9,96%.
Le priorità per il 2025
Sei grandi organizzazioni su dieci prevedono un ulteriore aumento del budget cybersecurity nel 2025, confermando la cybersecurity come principale priorità di investimento in ambito digitale.
Il 96% dei CISO segnala un miglioramento nella sicurezza della propria azienda, con il 74% delle grandi organizzazioni che ha consolidato la tecnologia di cybersecurity e il 63% che ha potenziato i programmi di formazione.
Le sfide da affrontare
Il 44% dei CISO riconosce che un presidio completamente interno è insostenibile nel medio-lungo periodo, evidenziando la necessità di un approccio ibrido che bilanci attività interne ed esterne.
Il gap di competenze rimane critico: si stima una necessità di circa 300.000 specialisti a livello europeo, con l’Italia che richiede almeno 50.000 professionisti aggiuntivi nei prossimi anni.
Una trasformazione in corso
Il settore cybersecurity italiano sta vivendo una fase di crescita senza precedenti, sostenuta da investimenti crescenti, normative più stringenti e una maggiore consapevolezza dei rischi digitali.
I prossimi anni saranno decisivi per consolidare questa crescita e colmare il gap con i paesi più avanzati. L’obiettivo dichiarato è raggiungere almeno lo 0,2% del pil in investimenti cybersecurity entro il 2027, avvicinandosi agli standard europei.
La sfida è trasformare la crescita quantitativa in un miglioramento qualitativo della sicurezza nazionale, portando le PMI al livello delle grandi aziende e sviluppando competenze e tecnologie proprietarie per ridurre la dipendenza da soluzioni straniere.
Fonti:
- Rapporto Clusit 2025
- Anteprima rapporto Clusit 2025 (PDF)
- Cybersecurity in Italia: cresce il mercato, insieme alle minacce
- Italy cybersecurity market report
- Italy – cybersecurity country guide
- Strategia nazionale di cybersicurezza
- Lavora con noi – opportunità di carriera
- Concorsi ACN 2025
- Quantum technologies strategy
- Stipendi cybersecurity Italia 2025
- Stipendi cyber security analyst Italia
- Concorso assistenti ACN 2025
- Master in cybersecurity
- Cyber risk strategy and governance – Politecnico
- Partnership Bocconi-Politecnico
- Italian NIS2 implementation – Advisera
- NIS2 compliance Italy – Eversheds Sutherland
