La Danimarca dichiara guerra ai Deepfake con la prima legge sul Copyright dell’Identità
La Danimarca si posiziona come laboratorio normativo globale nella lotta ai deepfake, proponendo il primo framework legislativo al mondo basato sul diritto d’autore per la protezione dell’identità digitale. Nel giugno 2025, il governo danese ha annunciato un emendamento rivoluzionario al Copyright Act che riconosce ai cittadini la proprietà intellettuale delle proprie fattezze fisiche, voce e immagine corporea. Questa innovazione giuridica, sostenuta dal 90% del Parlamento danese, rappresenta un precedente normativo che potrebbe ridefinire l’approccio europeo alla regolamentazione dei contenuti sintetici. La proposta danese emerge in un contesto di crescente preoccupazione per l’impatto democratico e sociale dei deepfake, posizionando la cybersecurity e il cyber law come discipline centrali nella governance dell’intelligenza artificiale.
Framework legislativo danese: innovazione giuridica senza precedenti
Il Ministro della Cultura Jakob Engel-Schmidt ha presentato un disegno di legge che introduce la Sezione 73a del Copyright Act danese, stabilendo che i cittadini possiedono diritti d’autore sui propri tratti facciali, voce e caratteristiche corporee per 50 anni post-mortem. Questa norma rappresenta la prima legislazione nazionale europea a concettualizzare l’identità personale come proprietà intellettuale, creando un nuovo paradigma giuridico che va oltre i tradizionali approcci penalistici adottati da Francia e Regno Unito.
La legislazione danese si integra strategicamente con il quadro normativo esistente. La Sezione 264e del Codice penale danese (2022) già puniva l’uso non autorizzato di informazioni personali con multe o reclusione fino a 6 mesi. Il nuovo framework amplia questa protezione attraverso meccanismi civilistici che permettono richieste di rimozione diretta alle piattaforme e risarcimenti danni, creando un sistema di enforcement multi-livello più efficace dei tradizionali approcci esclusivamente penali.
La strategia giuridica danese dimostra particolare raffinatezza nell’equilibrio tra protezione dei diritti e libertà di espressione. Le esenzioni per parodia e satira mantengono intatti i principi democratici, mentre la definizione precisa di “rappresentazione digitale realistica di una persona” fornisce certezza giuridica agli operatori del settore. Questo approccio preventivo, piuttosto che reattivo, riflette una comprensione sofisticata delle dinamiche tecnologiche che caratterizzano l’evoluzione dei sistemi generativi.
Ricerca accademica e innovazione tecnologica: l’ecosistema danese
L’Università Tecnica di Danimarca (DTU) emerge come centro d’eccellenza nella ricerca sui deepfake, con particolare rilevanza per il successo della startup Defudger. Fondata da studenti DTU e vincitrice del Student Startup Award 2020, Defudger ha sviluppato sistemi di detection multi-livello che combinano computer vision, machine learning e tecnologia blockchain, raggiungendo un 85% di confidenza nella rilevazione di contenuti manipolati.
Il Professor Morten Mørup del DTU Compute ha fornito contributi fondamentali alla comprensione delle sfide di detection, definendo il confronto tra tecnologie generative e di rilevamento come una “corsa agli armamenti” difficile da vincere. Questa analisi accademica evidenzia la necessità di approcci normativi proattivi piuttosto che puramente tecnologici, supportando la scelta legislativa danese di creare framework giuridici robusti indipendentemente dall’evoluzione tecnologica.
Il Pioneer Centre for Artificial Intelligence, con un finanziamento di 47 milioni di euro per 13 anni (2021-2034), rappresenta la risposta istituzionale danese alla sfida dell’IA. La collaborazione multi-universitaria tra University of Copenhagen, DTU, IT University of Copenhagen, Aalborg University e Aarhus University crea un ecosistema di ricerca che integra prospettive tecniche, legali ed etiche, fornendo la base scientifica per le decisioni politiche.
Strategie governative e cooperazione internazionale
La Strategia Nazionale Danese per l’Intelligenza Artificiale (aggiornata nel 2024 con stanziamento di 62,5 milioni DKK) stabilisce quattro obiettivi strategici che includono fondamenti etici comuni, eccellenza nella ricerca, crescita aziendale e servizi pubblici di livello mondiale. Questo framework strategico colloca i deepfake nel contesto più ampio della governance dell’IA, riconoscendo la necessità di approcci integrati piuttosto che settoriali.
Il Centre for Cyber Security (CFCS), autorità nazionale per la sicurezza IT con circa 100 dipendenti, ha riconosciuto i deepfake come preoccupazione per la cybersecurity senza tuttavia modificare la valutazione complessiva delle minacce. Questa posizione equilibrata riflette un approccio maturo che evita allarmismi pur mantenendo vigilanza strategica.
La Strategia Cyber e Sicurezza Informativa 2022-2024 con budget di 270 milioni DKK per 34 iniziative, integra la problematica dei deepfake nel quadro più ampio della resilienza cibernetica nazionale. L’enfasi sulla cooperazione pubblico-privato e sulla partecipazione attiva in ambito UE, UN e NATO dimostra la comprensione danese delle dimensioni transnazionali della minaccia.
Implementazione europea e leadership normativa
La Danimarca ha dimostrato leadership implementativa nell’AI Act europeo, adottando la legislazione di recepimento l’8 maggio 2025, prima della scadenza del 2 agosto. Le autorità nazionali competenti designate – Agenzia per il Governo Digitale, Autorità per la Protezione dei Dati e Amministrazione Giudiziaria Danese – creano un sistema di governance coordinato che integra supervisione di mercato, protezione dati e enforcement giuridico.
La proposta di copyright sui deepfake supera significativamente i requisiti minimi dell’AI Act, che classifica i deepfake come “rischio limitato” richiedendo principalmente trasparenza e etichettatura. L’approccio danese introduce meccanismi di takedown diretti e responsabilità delle piattaforme, creando un framework più robusto di quello previsto dalla normativa europea.
Durante la Presidenza UE (luglio-dicembre 2025), la Danimarca sta attivamente promuovendo l’adozione continental del modello di protezione dell’identità digitale. Il Ministro Engel-Schmidt ha dichiarato l’intenzione di “inviare un segnale chiaro ai giganti tecnologici” e utilizzare la posizione di presidenza per armonizzare gli approcci normativi europei.
Casi documentati e impatti settoriali
Il caso parlamentare del 2024, dove il Partito Popolare Danese creò un deepfake della Prima Ministra Mette Frederiksen, ha catalizzato il primo accordo formale tra partiti politici sull’uso di contenuti AI-generati. L’accordo del 3 giugno 2024, firmato da nove partiti, stabilisce regole precise per il consenso, l’etichettatura obbligatoria e la risoluzione di controversie inter-partitiche.
Il caso MrDeepFakes.com del 2025, coinvolgente la Regina Mary e altre figure pubbliche danesi, ha attivato procedure di estradizione internazionale e dimostrato l’applicazione pratica dell’Articolo 264e per diffamazione. Questo caso evidenzia le sfide giurisdizionali transnazionali e l’importanza di framework normativi nazionali robusti per l’enforcement internazionale.
Il settore dei media ha risposto con programmi di alfabetizzazione mediatica rafforzati, inclusa la campagna “Stop. Tænk. TjekDet” che mira particolarmente alla fascia 9-14 anni, dove un terzo non considera mai la possibilità di manipolazione foto/video. L’investimento di 45 milioni DKK per competenze digitali nell’istruzione superiore (2020) dimostra l’approccio sistemico danese alla preparazione sociale.
Tecnologie di detection e collaborazione internazionale
La National Cyber Crime Centre (NC3) con circa 100 specialisti ha implementato tecnologie di riconoscimento facciale BriefCam per investigazioni criminali serie, mentre mantiene cooperazione con INTERPOL, Europol e forze di polizia nordiche. Questa capacità tecnica supporta l’enforcement delle nuove norme sui deepfake.
Il NORDIS (Nordic Observatory for Digital Media and Information Disorder) rappresenta la dimensione regionale della cooperazione, coinvolgendo Danimarca, Finlandia, Norvegia e Svezia nel monitoraggio cross-border dei disordini informativi. Questa iniziativa dimostra la comprensione nordica delle dimensioni transnazionali della minaccia deepfake.
La collaborazione con l’European AI Office e la partecipazione all’AI Board per la governance dell’AI Act posizionano la Danimarca come intermediario tra sviluppi normativi nazionali e coordinamento europeo. Il regulatory sandbox AI in collaborazione con l’Autorità per la Protezione dei Dati fornisce ambiente controllato per testare innovative soluzioni di compliance.
Connessioni al contesto globale e implicazioni future
Il modello danese emerge in un momento critico per la governance globale dell’IA. Mentre gli Stati Uniti privilegiano approcci penalistici e la Cina sviluppa controlli statali pervasivi, l’approccio danese basato sui diritti civili offre una terza via che bilancia protezione individuale e libertà democratiche.
La strategia temporale della legislazione danese è particolarmente sagace: l’annuncio durante la presidenza UE massimizza l’influenza normativa, mentre la tempistica di implementazione (fine 2025/inizio 2026) precede le principali elezioni europee del 2026-2027, quando la manipolazione sintetica potrebbe raggiungere picchi problematici.
L’integrazione con il Digital Services Act e il GDPR crea un ecosistema normativo coerente che evita frammentazione giuridica. Questo approccio sistemico contrasta con legislazioni ad hoc che creano incertezza legale e gaps di enforcement.
Riflessioni strategiche per professionisti italiani
Per i professionisti italiani, il modello danese offre lezioni metodologiche cruciali. L’integrazione di ricerca accademica, policy governative e enforcement pratico crea un framework replicabile che potrebbe influenzare l’approccio italiano alla regolamentazione AI.
La scelta di utilizzare il copyright piuttosto che esclusivamente il diritto penale riflette comprensione sofisticata delle dinamiche digitali: i meccanismi civilistici permettono enforcement più rapido e meno oneroso, mentre mantengono deterrenza attraverso responsabilità delle piattaforme.
L’approccio preventivo danese contrasta con tendenze reattive che caratterizzano molte giurisdizioni. La legislazione anticipa problemi futuri piuttosto che rispondere a crisi presenti, offrendo maggiore certezza giuridica e preparazione sistemica.
Conclusioni: verso un modello europeo di governance deepfake
La Danimarca sta ridefinendo i parametri della governance dei deepfake attraverso innovazione giuridica, eccellenza accademica e leadership europea. Il framework copyright per l’identità digitale rappresenta evoluzione concettuale che potrebbe influenzare legislazioni globali, mentre l’integrazione con normative UE esistenti dimostra possibilità di armonizzazione senza uniformità.
Il successo del modello danese dipenderà dall’efficacia dell’enforcement e dall’adozione da parte di altre giurisdizioni europee. Tuttavia, la combinazione di supporto politico trasversale, base accademica solida e leadership normativa internazionale posiziona la Danimarca come laboratorio di governance democratica dell’IA con implicazioni globali per cybersecurity e cyber law.
Per i professionisti del settore, la lezione danese sottolinea l’importanza di approcci integrati che combinino innovazione tecnologica, sofisticazione giuridica e comprensione delle dinamiche sociali. La vera sicurezza cibernetica nell’era dell’IA richiede non solo strumenti tecnici, ma framework normativi che anticipino e guidino l’evoluzione tecnologica verso obiettivi democratici.
Fonti:
- Ministero della Cultura Danese. (2025). Bred aftale om deepfakes giver alle ret til egen krop og egen stemme. https://kum.dk/aktuelt/nyheder/bred-aftale-om-deepfakes-giver-alle-ret-til-egen-krop-og-egen-stemme
- Ministero della Cultura Danese. (2025). Kulturministeren vil udbrede deepfake-lov til resten af Europa. https://kum.dk/aktuelt/nyheder/kulturministeren-vil-udbrede-deepfake-lov-til-resten-af-europa
- Parlamento Danese. (2024). REU Alm.del – endeligt svar på spørgsmål 945: Deepfake-videogengivelser og gældende lovgivning. https://www.ft.dk/samling/20231/almdel/reu/spm/945/svar/2052835/2874778/index.htm
- Parlamento Danese. (2024). Enighed om brug af deepfake. https://www.ft.dk/aktuelt/nyheder/2024/06/enighed-om-brug-af-deepfake
- Agenzia per il Governo Digitale Danese. (2024). The Danish National Strategy for Artificial Intelligence. https://en.digst.dk/strategy/the-danish-national-strategy-for-artificial-intelligence/
- Centre for Cyber Security Danese. (2024). Danish Cyber and Information Security Strategy 2022-2024. https://www.cfcs.dk/en/about-us/danish-cyber-and-information-security-strategy/
- Università Tecnica di Danimarca. (2024). Detecting AI-manipulated content is a challenging arms race. https://www.dtu.dk/english/newsarchive/2024/03/detecting-ai-manipulated-content-is-a-challenging-arms-race
- Università Tecnica di Danimarca. (2025). Detection of manipulation receives DTU award. https://www.dtu.dk/english/news/all-news/nyhed?id=22052066-5394-4e39-a34b-3334e0b00df4
- Danish National Research Foundation. (2024). Pioneer Center for Artificial Intelligence. https://dg.dk/en/centers/pionercenter-for-artificial-intelligence/
- Legge Danese n. 292 dell’8 marzo 2022. Criminal Code Section 264e Amendment. https://www.ft.dk/samling/20231/almdel/reu/spm/945/svar/2052835/2874778/index.htm
- Proposta di Emendamento al Copyright Act Danese, Sezione 73a. (2025). https://kum.dk/aktuelt/nyheder/bred-aftale-om-deepfakes-giver-alle-ret-til-egen-krop-og-egen-stemme
- Regolamento UE 2024/1689 (AI Act) – Documentazione di implementazione danese. https://ai-regulation.com/eu-ai-act-implementation-denmark-published-its-national-law/
- Danish Copyright Act 2014. https://www.wipo.int/wipolex/en/legislation/details/1146
