L’AI Factory italiana per l’autonomia digitale europea: la strategia di ACN presentata al Forum ICT Security 2025
Durante la 23a edizione del Forum ICT Security, tenutosi a Roma il 19 e 20 novembre 2025, Luca Nicoletti, direttore del servizio programmi industriali, tecnologici e di ricerca dell’Agenzia per la Cybersicurezza Nazionale (ACN), ha presentato un intervento di grande rilevanza strategica dal titolo “The Italian AI Factory for the European Digital Autonomy: securing AI development and deployment”.
Al centro della presentazione: IT4LIA, l’infrastruttura che rappresenta il cuore della strategia italiana per conquistare autonomia tecnologica nel campo dell’intelligenza artificiale e della cybersicurezza, in un contesto geopolitico sempre più complesso e imprevedibile.
La strategia nazionale: un percorso già tracciato

Luca Nicoletti ha aperto il proprio intervento ripercorrendo brevemente il cammino strategico intrapreso dall’Italia negli ultimi anni. Una strada segnata da tappe fondamentali:
- Giugno 2021: promulgazione della Legge 82/2021 che istituisce ACN e definisce le prime linee guida sulla cybersicurezza nazionale
- Maggio 2022: pubblicazione della Strategia 2022-2026 e del Piano di Implementazione, documenti che traducono in azioni concrete la visione strategica
- Marzo 2023: definizione dell’Agenda Strategica del Centro Europeo di Competenza in Cybersicurezza
- Giugno 2023: pubblicazione dell’Agenda Ricerca e Innovazione di ACN
- Luglio 2024: approvazione dell’AI Act europeo (Regolamento UE 1689/2024)
- Settembre 2025: trasposizione italiana con la Legge n. 132/2025, che designa ACN come autorità di vigilanza del mercato
Con l’AI Act, l’Agenzia ha assunto responsabilità ancora maggiori, moltiplicando i propri compiti «in uno scenario che è assolutamente critico per lo sviluppo della nostra economia», come ha sottolineato il direttore.
Il nuovo ruolo di ACN nell’ecosistema dell’intelligenza artificiale
Con l’entrata in vigore della normativa europea e italiana sull’intelligenza artificiale, ACN ha assunto un ruolo centrale e multifunzionale:
- Autorità di vigilanza del mercato: responsabile della sorveglianza sui prodotti AI, delle azioni correttive e dei poteri investigativi e sanzionatori
- Punto di contatto unico con le istituzioni dell’Unione Europea
- Rappresentante italiano nell’AI Board europeo, l’organismo composto da rappresentanti di tutti gli Stati membri
- Autorità di certificazione per i sistemi di intelligenza artificiale
- Promotore dello sviluppo tecnologico: sviluppo, trasferimento e miglioramento delle tecnologie AI in ambito cybersicurezza
L’Italia, come precisato nell’intervento, promuove un approccio centrato sull’essere umano (human-centered approach) all’intelligenza artificiale, con particolare enfasi sulla valorizzazione dei benefici e sulla gestione attenta dei rischi, salvaguardando i diritti fondamentali.

AGID (Agenzia per l’Italia Digitale), invece, è stata designata come autorità di notifica, insieme ad altre entità che compongono l’ecosistema nazionale dell’innovazione digitale.
IT4LIA: il cuore pulsante dell’autonomia digitale italiana
Il fulcro dell’intervento si è concentrato sull’AI Factory italiana, denominata IT4LIA, un’infrastruttura strategica in fase di sviluppo a Bologna che rappresenta uno dei pilastri della strategia nazionale per l’indipendenza tecnologica.
«Riteniamo in ACN che il tema dell’intelligenza artificiale sia assolutamente centrale. Già oggi, ancora di più lo sarà nei prossimi anni», ha dichiarato Nicoletti, evidenziando come l’AI stia rapidamente diventando un autentico game changer – un elemento di svolta radicale – per l’economia, i servizi pubblici, lo sviluppo di prodotti competitivi sul mercato e, più in generale, per la qualità della vita del sistema Paese.
L’esperto ha tenuto a precisare che il discorso non è «beceramente economico»: si tratta piuttosto di una questione che riguarda la qualità della vita complessiva e la resilienza del sistema Paese in un contesto geopolitico sempre più complesso e imprevedibile.
L’importanza strategica dell’autonomia infrastrutturale
«Abbiamo assolutamente bisogno di sviluppare maggiormente le nostre infrastrutture perché non possiamo dipendere, soprattutto in un contesto geopolitico che sta cambiando con una velocità impressionante, da infrastrutture proprietarie di infrastrutture che siano collocate all’interno dell’Unione europea», ha affermato con forza il relatore.
Il punto è cruciale: oggi le tecnologie e le infrastrutture digitali sono sviluppate ed erogate principalmente da grandi multinazionali americane. Questa dipendenza rappresenta un rischio strategico inaccettabile, soprattutto considerando i rapidi e imprevedibili stravolgimenti dello scenario geopolitico globale a cui assistiamo quotidianamente.

Le quattro priorità verticali di IT4LIA
L’AI Factory italiana si concentra su quattro settori strategici fondamentali per l’economia e la sicurezza nazionale:
- Cybersecurity
Lo sviluppo di soluzioni avanzate per rilevare e mitigare minacce digitali rappresenta naturalmente la priorità principale, considerando il ruolo di ACN come principale finanziatore dell’iniziativa. L’obiettivo è creare sistemi di intelligenza artificiale specificamente progettati per la sicurezza informatica, capaci di identificare pattern anomali, prevenire attacchi e rispondere rapidamente alle minacce emergenti. - Agritech e Agrifood
Il settore agroalimentare italiano è un’eccellenza riconosciuta a livello mondiale. L’applicazione dell’AI può supportare lo sviluppo di un’agricoltura più sostenibile e efficiente, ottimizzare le produzioni agroalimentari e garantire tracciabilità e qualità. «Potete immaginare facilmente quante applicazioni si possono fare delle tecnologie di intelligenza artificiale al campo dell’agrifood», ha commentato il direttore. - Earth
L’analisi di dati ambientali e la modellazione predittiva sono essenziali per affrontare le sfide climatiche. «È immediatamente immaginabile da un lato sicuramente sistemi di previsione della situazione meteorologica, ma anche relativa all’inquinamento, relativo al tema del riscaldamento globale e così via», ha spiegato Nicoletti, evidenziando le molteplici applicazioni possibili in questo ambito. - Manufacturing
L’Italia è un Paese la cui economia è fondata prevalentemente sulla manifattura. «Fondamentale, se vogliamo di nuovo competere sul mercato globale, poter ricorrere alle tecnologie più importanti» per ottimizzare i processi industriali, ridurre gli sprechi, migliorare la qualità produttiva e aumentare la competitività internazionale.
Una strategia integrata: i quattro pilastri dell’innovazione

La strategia di ACN, già incorporata nella legge istitutiva del 2021 e formalizzata nel documento pubblicato nel 2022, si articola su quattro pilastri fondamentali strettamente interconnessi tra loro, che coprono l’intero ciclo dell’innovazione: dalla ricerca di base fino alla messa a terra di infrastrutture nazionali operative.
1. Ricerca e innovazione: la base della piramide
«La ricerca è fondamentale per creare nuove opportunità, per creare nuova tecnologia», ha affermato il relatore. ACN sta attualmente finanziando circa 60 borse di dottorato, con l’obiettivo di arrivare a circa 90 borse attive a regime. La maggior parte di queste borse è dedicata a temi legati all’intelligenza artificiale.
Nei prossimi mesi e semestri verranno lanciate anche iniziative verticali sui gruppi di ricerca, specificatamente orientate verso il trasferimento tecnologico. Un punto importante sottolineato dall’esperto: «La nostra ricerca deve essere ricerca volta verso il trasferimento tecnologico». Pur riconoscendo l’importanza della ricerca di base, ACN concentra i propri finanziamenti su progetti che abbiano una chiara prospettiva di applicazione pratica e di sviluppo industriale.
2. Iniziative per le startup: colmare il divario critico
«Il link in questo momento è il punto più debole del nostro ecosistema italiano», ha dichiarato con franchezza il direttore, riferendosi al collegamento tra ricerca e impresa. «Il gap che c’è tra chi fa ricerca e chi fa impresa tutt’oggi è troppo ampio».
Questo divario ha cause molteplici e complesse:
- Difficoltà di accesso al mercato per le giovani imprese innovative
- Difficoltà di accesso al venture capital, che in Italia e in Europa non è ancora sufficientemente maturo
- Carenza di competenze specifiche nel capitale di rischio tecnologico
Come ha spiegato Nicoletti, «il venture capital in questo ambito deve avere due caratteristiche fondamentali: la competenza e la velocità nel rispondere agli stimoli che vengono appunto dai nostri gruppi di ricerca, e non sempre questo purtroppo è completamente presente».
Per questo motivo, ACN sta sostenendo una serie di iniziative dedicate specificamente alle startup, fornendo non solo supporto finanziario ma anche servizi di accompagnamento e mentoring per facilitare il percorso verso il mercato.
3. Networking: costruire ponti tra innovazione e sistema produttivo
«Una volta che abbiamo queste startup bisogna metterle in grado di poter lavorare con i grandi gruppi, con le grandi pubbliche amministrazioni», ha sottolineato l’esperto. Questo è un altro tema sul quale, onestamente, «dobbiamo lavorare parecchio ancora in Italia».
Lo sviluppo di un efficace sistema di networking è fondamentale per creare un ecosistema maturo e funzionale. Questo tema viene sviluppato anche a livello europeo attraverso il National Coordination Centre (NCC), che rappresenta la componente italiana del Centro Europeo di Competenza in Cybersicurezza.
Il NCC facilita la collaborazione tra ricerca, industria e pubblica amministrazione, promuove eventi di matchmaking tra domanda e offerta di innovazione, e lavora all’analisi continua dell’ecosistema per identificare opportunità e criticità.
4. Infrastrutture nazionali: il tassello strategico finale
«Ultimo ma non ultimo», come ha precisato il relatore, si arriva al tema delle infrastrutture nazionali, elemento su cui si è concentrata la parte finale e più sostanziale dell’intervento.
Oltre all’AI Factory IT4LIA, ACN sta sviluppando un intero ecosistema di infrastrutture strategiche:
- ENSOC (National Cyber Hub): iniziativa che rientra nell’ambito del Cyber Solidarity Act europeo, rappresenta un centro di concentrazione di tutte le informazioni di natura cyber raccolte nell’ecosistema nazionale. «Non necessariamente incidenti, noi vogliamo collezionare proprio eventi che poi in qualche modo, dopo una opportuna elaborazione, possano rivelare comportamenti o fenomeni in qualche maniera effettivamente malevoli», ha precisato.
- Sandbox regolatorie: «Un altro strumento fondamentale per le nostre imprese, per comprendere come muoversi all’interno di uno scenario complesso, molto complesso, come è quello dell’AI», soggetto a numerose regolamentazioni sovrapposte: AI Act, Cyber Resilience Act, direttiva NIS2, direttiva CER, regolamento DORA in ambito finanziario. «C’è una enorme sovrapposizione di norme che non sempre è immediato comprendere e collocare correttamente».
- Megaride: infrastruttura di high performance computing per la cybersicurezza nazionale, già installata a Napoli.
- AI Gigafactory: il passo successivo, di scala ancora maggiore rispetto all’AI Factory, di cui si è accennato ma che non è stato oggetto di approfondimento specifico.
- Cable Labs: ulteriore strumento per il monitoraggio delle infrastrutture critiche, non soltanto di comunicazione ma anche di approvvigionamento e distribuzione energetica.
Il mercato europeo della cybersicurezza: numeri e opportunità

«Questa è l’unica slide di numeri che vi faccio vedere», ha premesso il relatore prima di illustrare alcuni dati particolarmente significativi relativi al 2024 (in attesa di quelli del 2025, previsti in crescita di circa il 10%).
Un mercato da quasi 200 miliardi di euro
Il mercato globale della cybersicurezza vale circa 200 miliardi di dollari, di cui circa la metà (91 miliardi) sviluppati in Europa, seguita dagli Stati Uniti (184 miliardi) e dal resto del mondo (48 miliardi).
«Siamo una grande economia, siamo probabilmente uno dei posti principali, insieme agli Stati Uniti, dove fare impresa e dove sviluppare tecnologia», ha affermato con orgoglio Nicoletti, ribadendo un concetto fondamentale: «Questo discorso non deve essere visto in maniera sterile. Il tema – purtroppo o per fortuna viviamo in un’economia di mercato – della capacità, della possibilità di mettere a terra e di sviluppare economia è fondamentale per il nostro continente e per lo stile di vita che abbiamo noi in Europa».
L’Italia: terza potenza europea
L’Italia si posiziona come terzo Paese nell’Unione Europea per quota di mercato della cybersicurezza, preceduta solo da Germania e Francia. Un risultato significativo che testimonia la solidità dell’ecosistema italiano in questo settore strategico.
Una crescita superiore a USA e Israele
Il mercato europeo sta crescendo a un ritmo del 8,9% annuo (periodo 2022-2024), superando la crescita di Israele (6,4%) e allineandosi agli Stati Uniti (8,8%). Un segnale che l’Europa sta recuperando terreno e che gli investimenti in questo settore stanno dando frutti concreti.
Le acquisizioni: un ecosistema che si rafforza
Un dato particolarmente interessante emerso dall’analisi riguarda le acquisizioni di aziende europee di cybersicurezza. Nel 2024, 134 aziende europee del settore sono state acquisite da altre aziende o fondi di private equity, con un incremento del 13% rispetto al 2023.
Il dato più rilevante è che oltre due terzi delle acquisizioni (72%) sono state condotte da investitori europei, mentre solo il 25% da investitori statunitensi e il restante 4% dal resto del mondo. Questo rappresenta un segnale molto positivo: indica che l’ecosistema continentale si sta consolidando e rafforzando internamente, riducendo la dipendenza da capitali esterni.
Una doppia vittoria strategica
«La cyber security, lo sviluppo di questo tipo di tecnologia è una doppia vittoria», ha spiegato efficacemente il relatore. «Nel momento in cui riusciamo veramente a mettere a terra queste cose che stiamo provando a fare, da un lato ci garantiremo un ecosistema più sicuro, quindi più attrattivo per le persone che possono venire a lavorare in Europa. Dall’altra parte abbiamo la possibilità di creare economia, di creare posti di lavoro, di creare ricchezza e in definitiva di stare meglio complessivamente a livello europeo».
Un approccio integrato ai servizi dell’AI Factory

IT4LIA non è semplicemente un’infrastruttura di calcolo: è una piattaforma integrata di servizi che copre l’intera filiera dell’intelligenza artificiale, dalla gestione dei dati fino alla formazione delle competenze.
I quattro cluster di servizi
1. Servizi relativi ai dati (Data-related services)
Comprendono accesso, trasferimento, gestione e generazione di dati. «Come si accede, come si trasferisce, come si gestisce, come si prepara un dataset ben fatto per applicazione di intelligenza artificiale», ha elencato il direttore. La qualità e la corretta preparazione dei dati sono infatti fondamentali per ottenere risultati affidabili dai sistemi di AI.
2. Servizi orizzontali (Horizontal services)
Coprono tutti gli aspetti trasversali dello sviluppo AI: setup iniziale, sviluppo vero e proprio, verifica del trust (affidabilità) dei sistemi, testing, integrazione in rete. «Come si fa il setup, come si sviluppa, come si fa a verificare il trust in questi sistemi, come si fa a testarli, come si fa a metterli in una rete e così via», ha sintetizzato.
3. Servizi verticali (Vertical services)
Servizi specializzati nei quattro ambiti prioritari: agrifood, cybersicurezza, earth e manufacturing. Ogni settore richiede competenze specifiche e soluzioni dedicate che tengano conto delle peculiarità del dominio applicativo.
4. AI Skill
«Anzi dal mio punto di vista è quello più importante», ha sottolineato con particolare enfasi il relatore, introducendo il tema cruciale delle competenze.
La carenza di competenze: l’emergenza silenziosa
Il tema delle competenze (skill) è stato identificato come prioritario e urgente. «Soffriamo una carenza di skill gigantesca in tutti i campi tecnologici», ha dichiarato senza mezzi termini lo speaker.
Il sistema universitario: eccellenza ma inerzia strutturale
«Purtroppo il sistema universitario ha una certa inerzia, non si può pensare che dall’oggi al domani triplichiamo il numero di laureati STEM che siamo in grado di produrre», ha spiegato realisticamente Nicoletti, che però ha tenuto a precisare: «Dobbiamo essere fieri del nostro sistema universitario, perché tutt’ora, con tutte le difficoltà nel quale si dibatte, produce laureati di ottima qualità».
La fuga dei cervelli: un’emorragia continua
Il problema è che questi laureati di ottima qualità «molto spesso ci vengono rapiti all’estero». La cosiddetta “fuga dei cervelli” (brain drain) rappresenta una perdita secca per il Paese, che investe nella formazione ma poi vede i propri talenti migliori attratti da opportunità all’estero, principalmente negli Stati Uniti e in altri Paesi europei più competitivi.
L’AI Factory come palestra per i talenti
«Uno degli scopi di queste grandi infrastrutture è proprio di mettere a disposizione delle palestre sulle quali i nostri talenti si possano esercitare, le nostre startup possano lavorare», ha spiegato il direttore. Questo diventa un elemento fondamentale, una condizione chiaramente necessaria, non sufficiente, ma necessaria per trattenere questi talenti nel nostro Paese.
L’idea è creare un ambiente stimolante, dotato di tecnologie all’avanguardia, dove giovani ricercatori, data scientist e sviluppatori possano lavorare su progetti sfidanti e di frontiera senza dover necessariamente emigrare all’estero.
IT4LIA offrirà quindi servizi di training, capacity building, up-skilling e re-skilling, creando percorsi formativi continui che permettano ai professionisti di rimanere aggiornati in un settore che evolve con rapidità esponenziale.
EUSAiR: le sandbox regolatorie per accelerare l’innovazione

Un’iniziativa particolarmente innovativa menzionata nell’intervento è il progetto EUSAiR (EU Regulatory Sandboxes for AI), dedicato allo sviluppo di sandbox regolatorie per l’intelligenza artificiale.
Cosa sono le sandbox regolatorie
Le AI Regulatory Sandboxes (AIRS) sono ambienti controllati dove le imprese, in particolare PMI e startup, possono sviluppare e testare sistemi di intelligenza artificiale innovativi prima dell’ingresso sul mercato, verificando la conformità con l’AI Act e le altre normative europee e nazionali.
Come previsto dall’articolo 57 dell’AI Act e dall’articolo 20, comma 1, lettera c della Legge italiana 132/2025, ogni Stato membro dell’UE deve istituire almeno una sandbox per:
- Supportare l’innovazione e lo sviluppo responsabile dell’AI
- Garantire la conformità legale e la gestione dei rischi
- Fornire chiarezza normativa e facilitare l’apprendimento regolatorio
- Migliorare la cooperazione tra autorità e stakeholder
- Facilitare l’accesso al mercato, in particolare per PMI e startup
Un progetto multidisciplinare coordinato da giuristi
«È interessante notare che è un progetto, una volta tanto, pur essendo in ambito AI, pur essendo in ambito quindi molto tecnologico, coordinato dal dipartimento di giurisprudenza dell’Università di Bologna», ha evidenziato con soddisfazione il relatore.
«Quindi è interessante che c’è il professore di giurisprudenza che coordina questo tipo di progetto. Questo anche per far capire quanto poi l’ambito sia sempre di più diventando multidisciplinare e aperto a diversi tipi di competenze che sono necessarie».
Un segnale importante: l’intelligenza artificiale non è solo una questione tecnica, ma richiede l’integrazione di competenze giuridiche, etiche, economiche e sociali per uno sviluppo veramente responsabile e sostenibile.
La sinergia tra IT4LIA e EUSAiR
La Commissione europea sta utilizzando il progetto EUSAiR come riferimento per definire le regole di costruzione delle sandbox regolatorie in tutta Europa. Questo rappresenta un riconoscimento importante per l’Italia e per l’approccio metodologico adottato.
La collaborazione tra IT4LIA e EUSAiR crea un percorso bidirezionale virtuoso:
- Le imprese possono accedere ai servizi AI Trust di IT4LIA per ricevere orientamento regolatorio prima di sviluppare modelli o sistemi AI, e poi testarli nelle sandbox
- Oppure possono accedere prima alle sandbox per ricevere consulenza sulla conformità normativa, e poi sviluppare concretamente i sistemi AI nell’infrastruttura della Factory
«IT4LIA può preparare i fornitori di AI per una sperimentazione regolatoria nelle sandbox. EUSAiR beneficerà dell’insieme di servizi AI Trust erogati dalla Factory. Le sinergie aiuteranno a costruire un ecosistema AI coerente che supporta la sperimentazione, la conformità e un accesso più rapido al mercato», si legge nelle slide presentate.
L’obiettivo finale è ridurre i costi di conformità per le imprese e migliorare il time-to-market, fattori cruciali soprattutto per le piccole e medie imprese e le startup che non dispongono di risorse legali interne paragonabili a quelle delle grandi multinazionali.
L’adozione sicura dell’AI: un approccio a 360 gradi

Un’intera sezione delle slide è dedicata all’adozione sicura dell’intelligenza artificiale, un tema centrale per ACN in quanto autorità di vigilanza.
Servizi orizzontali e AI Trust
L’implementazione di servizi volti a garantire che i sistemi AI siano affidabili, etici, trasparenti e conformi alle normative applicabili include:
- Analisi delle implicazioni di cybersicurezza (es. NIS2 e CRA – Cyber Resilience Act)
- AI e protezione dei dati (es. GDPR e Codice Privacy italiano)
- Legal Triage: una guida alla conformità regolatoria AI (es. AI Act, Legge n. 132/2025, Strategia Nazionale AI)
Servizi verticali per la cybersicurezza
Nel settore della cybersicurezza, IT4LIA svilupperà:
- Identificazione e selezione di dataset AI-ready nei domini verticali (agrifood, osservazione della Terra, cybersicurezza, manifatturiero)
- Preparazione e standardizzazione dei dati per i modelli AI in questi settori verticali
- Selezione e caratterizzazione di modelli AI specifici per dominio
- Sviluppo di modelli AI per supportare applicazioni di cybersicurezza data-driven, che serviranno come fondamento per soluzioni specializzate all’interno della Factory
L’approccio multidisciplinare di EUSAiR
Le sandbox regolatorie adottano un approccio multidisciplinare che integra:
- Aspetti regolatori e di policy
- Accesso a infrastrutture di supercalcolo
- Casi d’uso del tessuto produttivo europeo
Questo permette di testare in condizioni realistiche la conformità dei sistemi AI, identificando eventuali criticità prima del lancio sul mercato e riducendo significativamente i rischi legali ed economici per le imprese.
Il contesto europeo: 16 AI Factory per l’autonomia continentale
Quello che sta accadendo in Italia non è un caso isolato, ma si inserisce in una strategia europea coordinata e ambiziosa. Come ha rivelato il relatore, «oltre alla AI Factory italiana ne sono state finanziate altre 15 in Europa».
L’anno prossimo, ha proseguito, «saranno finanziate probabilmente quattro o cinque Gigafactory che saranno addirittura di ordine di grandezza ancora più grande». Un ecosistema continentale di infrastrutture AI che mira a ridurre progressivamente la dipendenza dalle piattaforme americane e cinesi.
«L’obiettivo è creare tecnologia, ma anche semplicemente avere a disposizione l’infrastruttura è già un fattore di autonomia», ha spiegato lucidamente Nicoletti. «Perché anche se utilizzassimo software non necessariamente prodotti in Italia o in Europa, però almeno lo faremo girare su infrastrutture nostre».
Un punto fondamentale: l’autonomia strategica non significa necessariamente autarchia tecnologica totale. Anche solo disporre delle infrastrutture fisiche su suolo europeo, pur utilizzando eventualmente software sviluppati altrove, rappresenta già un livello base ma essenziale di autonomia, che protegge dalla volatilità geopolitica e dalle pressioni politiche esterne.
Quantum computing: l’urgenza di una preparazione immediata
Nel corso dell’intervento, il relatore ha anche affrontato il tema del quantum computing, già ampiamente discusso durante la giornata del Forum. Diversamente da chi mantiene un approccio più cauto sulle tempistiche, Nicoletti si è dichiarato decisamente meno ottimista riguardo all’arrivo di computer quantistici capaci di compromettere gli algoritmi di crittografia classici attualmente in uso.
«Secondo me siamo veramente a pochi anni da quando succederà e non siamo per niente preparati», ha affermato con una nota di preoccupazione che ha sottolineato l’urgenza della situazione. Il rischio è concreto: quando i computer quantistici raggiungeranno la potenza necessaria per violare gli standard crittografici attuali, l’intero ecosistema digitale potrebbe trovarsi vulnerabile.
Proprio per questa ragione, ACN ha recentemente inaugurato un servizio specifico dedicato alla crittografia, che nei prossimi mesi inizierà operativamente a seguire questa componente cruciale della strategia di sicurezza nazionale. Un passo necessario per non farsi trovare impreparati di fronte a una rivoluzione tecnologica ormai alle porte.
Non ripetere con il quantum gli errori commessi con l’AI
Nella parte conclusiva del suo intervento, il direttore è tornato con ancora maggiore enfasi sul tema del quantum computing, legandolo strettamente alla lezione appresa con l’intelligenza artificiale.
«L’altra rivoluzione che sta arrivando è quella del quantum. L’auspicio che noi stiamo facendo è di non farci trovare anche in quel caso impreparati, come abbiamo fatto con l’intelligenza artificiale, trovandoci poi costretti a rincorrere», ha dichiarato con tono preoccupato ma determinato.
L’Italia ha le competenze necessarie
Sul quantum computing, l’Italia non parte da zero. «Ci sono una serie di iniziative che sta mettendo in campo sia la Commissione» europea, ha ricordato Nicoletti. «Pochi mesi fa è stata anche rilasciata la Strategia Quantum Nazionale».
E soprattutto: «Anche in quel caso dobbiamo puntare a produrre tecnologia. In Europa abbiamo tutte le competenze, in Italia in particolare le abbiamo assolutamente le competenze sul quantum».
Ammettere i ritardi senza perdere la speranza
Il relatore non ha nascosto le responsabilità: «È vero, è verissimo quello che diceva il professore nell’intervento precedente, che siamo rimasti fermi troppo a lungo».
Ma ha voluto chiudere con una nota di ottimismo costruttivo: «Però di nuovo, anche in questo caso vorrei essere ottimista e dire che ci sono tutti i presupposti per riuscire. E ci sono anche dei privati che stanno facendo investimenti importanti, vediamo un pochettino dove arriveremo».
Il nuovo servizio ACN sulla crittografia
«Noi come ACN – e qua mi fermo perché ho finito il tempo – abbiamo anche da pochissimo inaugurato proprio un servizio specifico che è dedicato alla crittografia e che nei prossimi mesi comincerà a lavorare e seguire anche questa parte della strategia che necessariamente va seguita per ottenere questa autonomia della quale abbiamo assolutamente bisogno», ha concluso il direttore, collegando idealmente il tema del quantum a quello della crittografia post-quantistica, un ambito di ricerca cruciale per preparare le difese dell’ecosistema digitale all’era dei computer quantistici.
Conclusioni: un ottimismo consapevole per il futuro digitale italiano ed europeo
L’intervento di Luca Nicoletti si è concluso con un messaggio di ottimismo consapevole e ragionato, lontano tanto dall’euforia acritica quanto dal pessimismo paralizzante.
«Abbiamo di fronte delle sfide gigantesche», ha riconosciuto apertamente. Due rivoluzioni tecnologiche in particolare: una già in corso (l’intelligenza artificiale), l’altra imminente (il quantum computing).
L’Europa si è svegliata, anche se in ritardo
Sull’intelligenza artificiale, ha ammesso con franchezza: «Chiaramente siamo molto indietro». L’Europa «si sta muovendo, si sta muovendo in ritardo, si sta muovendo a volte in maniera un po’ disordinata».
Tuttavia, ha voluto sottolineare un aspetto positivo: «Io ho sempre un animo molto ottimista e dico anche che comunque in qualche maniera ci siamo, tra virgolette, svegliati. Queste spinte esogene che ci vengono sia dagli Stati Uniti che dalla Cina hanno messo in moto comunque una reazione lato europeo».
Le infrastrutture come fondamento dell’autonomia
«La possibilità di disporre però di grandi infrastrutture in Europa è fondamentale», ha ribadito con forza. Anche nell’ipotesi – non auspicabile ma realistica – di continuare a utilizzare software non europei, «almeno lo faremo girare su infrastrutture nostre».
Un livello minimo ma essenziale di sovranità digitale, che protegge da interruzioni improvvise del servizio dovute a decisioni politiche esterne, garantisce il rispetto delle normative europee sulla privacy e sui dati, e crea le basi per uno sviluppo autonomo futuro.
Un impegno concreto verso l’autonomia strategica
L’AI Factory IT4LIA, insieme alle altre 15 factory europee e alle future Gigafactory, rappresenta quindi non solo un’infrastruttura tecnologica, ma un tassello fondamentale di una strategia complessiva che punta a:
- Ridurre la dipendenza tecnologica da attori extra-europei
- Sviluppare competenze locali attraverso formazione continua e trattenimento dei talenti
- Creare opportunità economiche per startup e PMI innovative
- Garantire sicurezza e autonomia digitale in un contesto geopolitico sempre più imprevedibile
- Proteggere i diritti fondamentali dei cittadini europei attraverso un’AI etica e trasparente
Il percorso è lungo e complesso, le sfide sono effettivamente «gigantesche», come ha ammesso il relatore. Ma la direzione è tracciata, le risorse (anche se non sufficienti) cominciano ad essere allocate, e soprattutto – forse per la prima volta – c’è una consapevolezza diffusa della natura strategica e urgente di queste scelte.
Come ha efficacemente sintetizzato Nicoletti chiudendo il suo intervento: l’obiettivo è garantire «questa autonomia della quale abbiamo assolutamente bisogno» per preservare non solo la competitività economica, ma lo stesso modello di società aperta e democratica che caratterizza l’Europa.
Guarda il video completo dell’intervento:

Luca Nicoletti è nato a Roma nel 1970, si è laureato in Fisica presso l'Università degli Studi di Roma “La Sapienza” nel 1996 con il punteggio di 110/110. Dopo aver svolto il servizio Militare come Ufficiale di Marina, dal 1997 lavora in ambito informatico, interessandosi fin dall'inizio di sistemi distribuiti e tecnologie Web.
I suoi campi di interesse principali sono le Architetture Orientate ai Servizi, virtualizzazione di sistemi e applicazioni, Cloud Computing, sistemi di Identity & Access management, temi sui quali ha prodotto articoli ed è stato chiamato a svolgere seminari.
Tra il 1998 e il 2000 si è occupato di sistemi di Controllo di Gestione per importanti aziende Italiane di Telecomunicazioni ed Energetica. Tra il 2000 ed il 2013 lavora in Consip, prima nell'area “Architetture Tecnologiche” quindi nell'area “System Solution”. Nel 2013 si trasferisce in Sogei S.p.A. nell'area “Architetture e Servizi Tecnologici” e dal 2018 fino a tutto il 2019 è stato responsabile del gruppo di Demand Management Tecnologico.
Prima In Consip, poi in Sogei, ha inoltre partecipato a numerosi progetti europei nell'ambito del settimo programma quadro (FP7) e del programma Horizon 2020. Dal 2015 al 2018, in rappresentanza del MEF, è stato il Technical Leader del progetto H2020 “Sunfish” e dal 2018 del progetto H2020 “Poseidon”.
Dal 2019 al 2021 ha lavorato in Presidenza del Consiglio dei Ministri, ricoprendo incarichi di responsabile dei servizi IT Dipartimentali e coordinando numerosi gruppi di lavoro, tra i quali quello per la scrittura dei DPCM attuativi del Perimetro di Sicurezza Cibernetica, quello che ha elaborato la componente 5 della Missione 1 del PNRR relativa alla Cybersecurity, quello che ha elaborato la Strategia Cloud Italia e quello relativo alla Strategia Nazionale di Cybersicurezza. Ha partecipato inoltre al gruppo di lavoro che ha elaborato il DL 82/2021 tramite il quale è stata creata l'Agenzia Nazionale per la Cybersicurezza.
Nel corso degli anni ha sviluppato approfondita conoscenze del codice degli appalti pubblici e procedure di gara, nonché nell'esecuzione di contratti complessi.
Attualmente è responsabile del Servizio Programmi Industriali, Tecnologici e di ricerca presso l'Agenzia Nazionale per la Cybersicurezza dove si occupa dell'attuazione della componente Cybersecurity del PNRR e dello sviluppo di nuove capacità industriali e tecnologiche nel settore della sicurezza cibernetica. Con provvedimento a firma del Presidente del Consiglio del 28 febbraio 2022, è stato nominato membro italiano del board del Centro Europeo di Competenza in Cybersecurity (ECCC) di cui al regolamento (UE) 2021/887 del Parlamento europeo e del Consiglio del 20 maggio 2021.
