App di dating utilizzate per truffe di sextortion e romance scam con furto di dati personali sensibili

Attacchi informatici alle app di dating: furto di immagini intime e sextortion

Le app di dating raccolgono vaste quantità di dati personali e sensibili, rendendosi terreno fertile per truffe di sextortion e simili. I truffatori online creano falsi profili o sfruttano vulnerabilità tecniche per agganciare le vittime su piattaforme come Tinder, Snapchat, Instagram ecc. Attraverso messaggi persuasivi (romance scam) o phishing mirati, indurranno gli utenti a condividere foto/video privati. In molti casi le vittime vengono convinte a spogliarsi in videochat segrete: le registrazioni compromettenti vengono poi usate per estorcere denaro. Studi recenti confermano che le app di incontri sono attualmente “esche” ideali per criminali: per esempio, Tavakoli et al. riportano che nel loro campione il 62,7% degli utenti intervistati aveva subito tentativi di sextortion tramite altri utenti di dating app.

  • Phishing e social engineering. I truffatori spesso contattano le vittime tramite chat o email simulando l’interesse romantico. Successivamente propongono di passare a videochat private, persuadendo la persona a mostrarsi nuda o in pose sessualmente esplicite. Le sessioni vengono registrate all’insaputa della vittima e usate per ricattarla. Alcuni schemi sono automatizzati via spam email: per esempio messaggi di sextortion fingono di essere hacker professionisti che hanno installato un Trojan sul computer della vittima, spiano le sue attività online e minacciano di pubblicare immagini compromettenti. Tali campagne di phishing sfruttano tecniche di ingegneria sociale spietata, facendo leva sulla vergogna, la paura e il ricatto emotivo.
  • Vulnerabilità delle API. Molte dating app dipendono da servizi backend e API web. Se queste API non impongono corretti controlli di accesso, è possibile accedere a dati sensibili senza autorizzazione (Broken Object Level Authorization). Ad esempio, è stato documentato come popolari app di dating restituiscano nelle risposte API informazioni non filtrate: l’utente può decidere di mostrare solo la propria età nell’interfaccia, ma l’API può restituire l’intera data di nascita e altri dati privati. Un attaccante può bypassare i filtri sul client e inviare richieste dirette alle API per ottenere informazioni private (foto, posizione, dati profilo). Questa esposizione eccessiva dei dati personali facilita successivamente la profilazione delle vittime e potenziali estorsioni.
  • Malware. Anche il malware mobile può facilitare il furto di immagini intime. Software dannosi (keylogger, trojan, RAT) possono infettare dispositivi vittime tramite app contraffatte o siti compromessi. Un’esca tipica è un’applicazione falsa di dating o un aggiornamento software ingannevole che, una volta installato, registra la telecamera, intercetta file o screenshot, e invia il materiale allo straniero dietro la truffa. Anche se il malware puro non è l’unico vettore, le campagne di sextortion spesso menzionano tecnicismi (es. “sono entrato nel tuo sistema con un Trojan”) per intimorire. Questo rafforza l’illusione che le immagini siano state rubate di nascosto, legittimando la richiesta di riscatto.
  • Altri metodi di social engineering. Oltre al phishing diretto, esistono varianti più sofisticate: profili falsi (catfish), deepfake sessuali, ricatti minacciando di coinvolgere familiari o autorità. Talvolta il ricattatore afferma che il partner “virtuale” fosse minorenne, spaventando la vittima con implicazioni legali. L’elemento comune è la costruzione di fiducia iniziale, che induce la vittima a condividere contenuti privati o a pagare, sotto la minaccia di rovina reputazionale e morale.

Conseguenze giuridiche per app di dating e sextortion

La sextortion è perseguibile penalmente. In Italia il ricatto basato su foto o video privati ricade nell’estorsione (art. 629 c.p.), aggravata se con minacce su reputazione e dati sensibili. Inoltre entrano in gioco i reati di interferenze illecite nella vita privata (art. 615-bis c.p.) quando si registrano o diffondono immagini intime senza consenso. Gli autori affrontano pene severe (di norma dai 6 ai 10 anni per l’estorsione) e rischiano ulteriori contestazioni (ad esempio, truffa informatica se sono entrati abusivamente nei dispositivi). Anche chi detiene involontariamente tali materiali può essere accusato di detenzione di pornografia illegale, specie in presenza di minori.

Dal punto di vista civile e normativo, i gestori delle app di dating hanno obblighi stringenti. Queste piattaforme trattano dati personali sensibili (orientamento sessuale, foto intime ecc.), pertanto sono soggette al GDPR (Regolamento UE 2016/679) e al Codice Privacy italiano. Una falla nella sicurezza (ad es. una violazione del database utenti) può comportare ingenti sanzioni amministrative: l’ammenda massima prevista arriva fino a 20 milioni di euro o al 4% del fatturato annuo mondiale, a seconda di quale cifra sia maggiore.

Esempi concreti lo dimostrano: nel 2021 il Garante norvegese ha inflitto una multa di 100 milioni di corone norvegesi (circa 9,6 milioni di euro) a Grindr per gravi violazioni del GDPR legate al trattamento dati inconsapevole degli utenti. Va inoltre considerata la responsabilità del Data Protection Officer e dei dirigenti: un’azienda di dating che non implementa adeguate misure di sicurezza (crit­tografia, anonimiz­zazione, procedure di breach notification) può essere ritenuta negligente e oggetto di azioni legali da parte degli utenti danneggiati. La giurisprudenza italiana riconosce infine alla vittima la possibilità di chiedere risarcimenti per danno morale e patrimoniale se l’applicazione ha fallito nel proteggere i contenuti privati.

Strategie di prevenzione e difesa

Gli sviluppatori devono integrare la sicurezza fin dalle prime fasi di progettazione (secure by design). Tra le contromisure chiave vi sono:

  • Crittografia end-to-end. Tutti i dati sensibili (immagini, messaggi, dati personali) devono essere cifrati sia in transito che a riposo. Le comunicazioni servite attraverso canali SSL/TLS protetti evitano intercettazioni; sui server va usata la cifratura dei file (AES 256-bit o superiore) con chiavi gestite in ambienti sicuri (HSM, Secure Enclave). Questo impedisce ai malintenzionati di leggere contenuti anche se ottengono accesso al database. La crittografia lato client (dove possibile) assicura che nemmeno gli operatori dell’app possano visionare i media privati degli utenti.
  • Minimizzazione dei permessi (least privilege). L’app deve richiedere solo i permessi strettamente necessari (es. accesso alla fotocamera solo al momento dello scatto di foto, non permanente in background). Analogamente, i servizi backend devono applicare il principio del privilegio minimo: un account o un servizio può accedere unicamente ai dati indispensabili alla propria funzione. In questo modo, anche un bug nell’app o nelle API avrà limitato impatto. Nell’ambito mobile, va evitato l’uso di storage insicuro (ad es. chiavi segrete hard-coded nel codice dell’app).
  • Validazione degli input e sanificazione. I dati ricevuti da client o dall’utente (inclusi file multimediali) devono essere controllati e filtrati per impedire attacchi di tipo injection o upload di codice malevolo. Un’autenticazione solida (e.g. OAuth2, token JWT) deve essere applicata lato server per ogni richiesta. In particolare, le API non devono mai basarsi esclusivamente su controlli client: i filtri di privacy impostati dall’utente devono essere applicati sul server, altrimenti un attaccante può ottenere le risposte raw dell’API bypassando l’interfaccia.
  • Controllo dei log e auditing. Tutte le azioni sospette (es. download massivo di profili, accessi da IP inconsueti, tentativi multipli di autentica) andrebbero registrate. I log devono essere protetti per non divulgare dati sensibili, ma analizzabili per tracciare eventuali violazioni. È buona norma implementare strumenti di Intrusion Detection e alert per attività anomale sulle API. Periodici audit di sicurezza (code review, penetration test) aiutano a scovare vulnerabilità prima dello sfruttamento.
  • Autenticazione forte (MFA). L’accesso agli account utente dovrebbe richiedere meccanismi multifattoriali (MFA/2FA). Ad esempio, oltre alla password l’app può inviare un codice OTP via SMS o e-mail, oppure sfruttare app di autenticazione (TOTP). Richiedere l’autenticazione a due fattori ostacola gli accessi indesiderati anche se le credenziali fossero compromesse.
  • Aggiornamenti e sicurezza del ciclo di vita. Mantenere aggiornate le librerie di terze parti (dependence management) e le infrastrutture server. Seguire le linee guida OWASP e NIST (secure coding, deploy di Web Application Firewall, protezioni anti-riconfigurazione). Testare regolarmente l’integrità dell’app (es. attivare certificate pinning e verifiche di firma). Implementare processi chiari di incident response: in caso di breach, devono essere predisposte notifiche immediate agli utenti e alle autorità (Garante Privacy) entro i termini di legge.

Impatto psicologico e sociale sulle vittime

La sextortion lascia spesso traumi profondi. Le vittime, magari giovani o alla ricerca di relazione, si ritrovano imbavagliate dalla vergogna e dal terrore di essere esposte pubblicamente. Studi psicologici riportano che soggetti ricattati online sviluppano frequentemente ansia, senso di colpa, depressione e persino ideazione suicidaria. L’isolamento sociale è un’altra conseguenza: molti non denunciano l’abuso per paura del giudizio familiare o penale (specialmente se convinti di aver compiuto “gesti malvisti” dall’autorità). Secondo un’indagine, il 62,7% degli utenti di app di dating contattati ha subito sextortion, sottolineando quanto il fenomeno sia diffuso. Anche se il riscatto viene pagato, non sempre garantisce la cessazione delle minacce, acuendo la disperazione delle vittime.

Sul piano sociale, la sextortion può aggravare dinamiche di vittimizzazione: nei casi LGBTQ+, ad esempio, i ricatti possono finire per minacciare aperture forzate di orientamento sessuale in contesti ostili. In generale, l’effetto di lungo termine include riduzione dell’autostima, disturbi post-traumatici da stress e sfiducia nelle piattaforme digitali.

Fonti:

Tavakoli, N., Butt, S. A., & Ali, S. (2024). Online Sextortion through Dating Applications: A Quantitative Analysis. International Journal of Cyber Criminology.
FBI (2023). FBI Warns of Rising Sextortion Schemes Targeting Young People.

Forbrukerrådet (Norwegian Consumer Council) (2021). Out of Control: How Consumers Are Exploited by the Online Advertising Industry.

OWASP Foundation (2024). Mobile Security Testing Guide (MSTG).

OWASP Foundation (2024). OWASP API Security Top 10.

F-Secure (2025). Sextortion tactics evolving beyond email threats.

Bitdefender Labs (2020). Anatomy of a Sextortion Campaign.

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