Business Continuity: mito o realtà? La continuità nella discontinuità
Business Continuity: dalla teoria alla resilienza operativa – Una guida per la sicurezza nel mondo delle permacrisi
In un contesto storico definito da una persistente instabilità sistemica – dove le minacce cyber si intrecciano con disastri naturali, crisi energetiche, instabilità geopolitiche e vulnerabilità tecnologiche – il concetto di Business Continuity assume una centralità inedita nel lessico strategico delle organizzazioni. Non si tratta più soltanto di garantire il funzionamento in condizioni avverse, ma di incorporare nella cultura aziendale un approccio strutturato alla resilienza, in grado di anticipare l’interruzione, governarne gli effetti e trasformare la crisi in occasione di riposizionamento competitivo.
Il white paper “Business Continuity: mito o realtà? La continuità nella discontinuità”, frutto del lavoro rigoroso e complementare di Federica Maria Rita Livelli e Chiara Cavicchioli, rappresenta un riferimento autorevole per i professionisti della sicurezza informatica che intendano comprendere come la continuità operativa, oggi, debba necessariamente integrarsi con i paradigmi evoluti della cybersecurity, della gestione del rischio e del governo strategico delle organizzazioni complesse.
La trattazione si sviluppa lungo un doppio asse: da un lato l’approfondimento teorico e normativo della ISO 22301 – standard internazionale di riferimento per la progettazione e l’implementazione di un Business Continuity Management System (BCMS); dall’altro, l’articolazione pratica e operativa dei suoi principi, attraverso una guida metodologica calata su contesti reali, con un particolare focus sull’ambito finanziario. Questo approccio bifocale rende l’opera particolarmente preziosa per chi, operando nella sicurezza, deve muoversi tra policy, conformità, tecnologie critiche e resilienza organizzativa.
La Business Continuity, così come definita e strutturata dalle autrici, si pone come perno trasversale delle architetture di sicurezza contemporanee. Essa presuppone un lavoro di analisi che va ben oltre il mero adempimento normativo: è un esercizio di introspezione organizzativa, una mappatura delle dipendenze critiche, una quantificazione della vulnerabilità operativa e una formalizzazione delle soglie di tolleranza all’interruzione. Strumenti come la Business Impact Analysis (BIA), il Risk Assessment (RA), la definizione dei RTO e RPO, la progettazione dei piani di risposta e recupero, non sono elementi accessori, ma articolazioni essenziali di una postura strategica che vede nella continuità il riflesso diretto della maturità cyber.
La visione proposta nel documento è chiaramente orientata all’integrazione tra funzioni: la Business Continuity non è più relegata al dominio operativo o al perimetro IT, ma entra pienamente nel dialogo tra top management, risk owner, responsabili della sicurezza delle informazioni, team di compliance e stakeholder esterni. In questa prospettiva, il BCMS si configura come un framework capace di connettere discipline eterogenee – dalla gestione delle crisi alla cyber resilience, dalla compliance regolatoria (si pensi alla NIS2 o al regolamento DORA) fino alla continuità della catena del valore.
Per i professionisti della cybersecurity, il contributo di Livelli e Cavicchioli rappresenta un invito a superare la tradizionale separazione tra protezione dei dati e continuità dei processi. Gli incidenti cyber – che si tratti di ransomware, esfiltrazione di dati o attacchi supply-chain – non possono più essere affrontati unicamente sul piano tecnico: richiedono piani di comunicazione, procedure decisionali, orchestrazione di risorse e capacità di garantire, anche sotto attacco, la delivery di servizi essenziali. In tal senso, il BCMS diventa parte integrante della strategia di sicurezza, non solo perché ne rafforza la coerenza sistemica, ma perché ne amplia la capacità di risposta e tenuta nel tempo.
In definitiva, questo white paper restituisce piena dignità epistemologica e operativa alla Business Continuity, collocandola al centro del dibattito sulla sicurezza del XXI secolo. Per chi si occupa di cyber defense, è una lettura imprescindibile: non solo perché fornisce strumenti tecnici e metodologici aggiornati, ma soprattutto perché suggerisce un nuovo modo di concepire la sicurezza – non come esercizio di difesa perimetrale, ma come intelligenza adattiva della complessità.
Questo documento rappresenta un contributo di grande valore per chi opera nei settori della sicurezza informatica, della governance del rischio, della compliance normativa e della gestione delle infrastrutture critiche, offrendo una visione strutturata, tecnica e integrata della Business Continuity come leva strategica per garantire la resilienza dell’organizzazione. È rivolto in particolare a CISO, Risk Manager, IT Manager, Business Continuity Manager, consulenti e decisori aziendali, che vi troveranno non solo una guida normativa e metodologica, ma anche strumenti pratici per affrontare in modo sistemico l’incertezza e l’interruzione operativa in un contesto di crescente complessità.