Sorveglianza digitale: Cina vs Occidente, le differenze sono un’illusione?
Sorveglianza digitale e controllo sociale stanno trasformando il rapporto tra cittadini e istituzioni. Questo articolo analizza il confronto tra Cina e Occidente, dai sistemi di social credit alla raccolta dati delle piattaforme digitali, evidenziando come privacy, tecnologia e democrazia siano sempre più interconnesse in un mondo digitalizzato.
Il mito del sistema di credito sociale cinese
Per anni, l’immaginario occidentale ha dipinto la Cina come un distopico stato orwelliano dotato di un sistema di credito sociale onnipresente. Tuttavia, ricerche recenti del Mercator Institute for China Studies (MERICS) dimostrano che “un punteggio che determina il posto dei cittadini nella società” è sostanzialmente “un mito”.
La realtà è più frammentaria: non esisterà un “Social Credit Score” unificato che valuti il comportamento individuale. Un sistema di punteggio onnicomprensivo non faceva parte del piano originale. I progetti pilota che utilizzavano sistemi basati su punti per influenzare comportamenti al di là di quanto legalmente richiesto sono stati discontinuati o limitati alla partecipazione volontaria.
Il sistema cinese attuale consiste principalmente in un aggregato di database separati gestiti da diverse agenzie governative, focalizzato prevalentemente sulla compliance delle aziende piuttosto che sul controllo individuale dei cittadini. Il sistema ha messo in blacklist circa 10 milioni di cittadini e aziende, ma il suo obiettivo principale rimane il miglioramento dell’applicazione delle regole legali e amministrative.
La sorveglianza corporativa occidentale
Mentre l’attenzione mediatica si concentra sui sistemi cinesi, l’Occidente ha sviluppato proprie forme pervasive di sorveglianza. Un rapporto della Federal Trade Commission del settembre 2024 ha rivelato che le principali piattaforme social e di streaming video si sono impegnate in una “vasta sorveglianza dei consumatori” per monetizzare le informazioni personali.
Le aziende raccolgono e possono trattenere indefinitamente enormi quantità di dati, incluse informazioni provenienti da broker di dati e informazioni su utenti e non-utenti delle loro piattaforme. Queste aziende non raccolgono solo dati dalle proprie piattaforme, ma raccolgono informazioni sui non utenti e dall’attività degli utenti attraverso il web.
La studiosa di Harvard Shoshana Zuboff ha definito questo sistema “capitalismo della sorveglianza”: un modello economico che “rivendica unilateralmente l’esperienza umana come materia prima gratuita per la traduzione in dati comportamentali”, che vengono poi “fabbricati in prodotti predittivi che anticipano cosa farai ora, presto e dopo”.
L’espansione del riconoscimento facciale
Il Dipartimento di Sicurezza Interna degli Stati Uniti ha pubblicato nel gennaio 2025 un rapporto dettagliato sull’utilizzo delle tecnologie di riconoscimento e cattura facciale, evidenziando come queste vengano impiegate per migliorare le interazioni del pubblico con l’amministrazione e supportare indagini critiche delle forze dell’ordine.
I test condotti hanno dimostrato che sia gli aspetti di cattura che di riconoscimento facciale dei sistemi funzionano per oltre il 99% delle volte, con risultati che non variano significativamente in base a età, genere, razza o tono della pelle.
Il mercato globale del riconoscimento facciale è valutato tra 7-8,6 miliardi di dollari nel 2025 e dovrebbe raggiungere tra 18-32 miliardi di dollari entro il 2030-2032, con tassi di crescita annui del 15-17%.
Il declino democratico globale
L’Democracy Index 2024 dell’Economist Intelligence Unit registra un declino del punteggio globale da 5.23 nel 2023 a 5.17, un minimo storico dal 2006. Più di un terzo (39,2%) della popolazione mondiale vive sotto regimi autoritari.
Il rapporto evidenzia che “disfunzioni, corruzione, trasparenza insufficiente e mancanza di responsabilità hanno minato la fiducia pubblica nei governi, nei partiti politici e nei politici”. In molti paesi del 2024, questo malcontento popolare si è espresso in una reazione anti-establishment e un crescente supporto per movimenti populisti.
Il paradosso del consenso digitale
Nel modello occidentale, la raccolta dati avviene teoricamente su base volontaria attraverso l’accettazione dei termini di servizio. Tuttavia, la partecipazione alla sorveglianza è diventata il prezzo d’ingresso alla società contemporanea, rendendo quasi impossibile per gli individui evitare di essere inclusi in queste vaste reti di sorveglianza digitale.
Il rapporto FTC ha evidenziato che molte aziende non riescono nemmeno a cancellare completamente i dati degli utenti quando questi ne fanno richiesta, violando le loro stesse politiche sulla privacy.
Inoltre, molte aziende affermano che non ci sono bambini sulle loro piattaforme perché i loro servizi non sono diretti ai bambini o non permettono ufficialmente ai minori di creare account. Questo rappresenta un tentativo di aggirare il Children’s Online Privacy Protection Act (COPPA).
Verso una convergenza sistemica?
La distinzione tradizionale tra modelli “orientali” e “occidentali” di controllo sociale sta diventando sempre più sfumata. La globalizzazione del mercato della sorveglianza evidenzia come le stesse tecnologie, spesso sviluppate dalle stesse aziende, vengano implementate in contesti politici diversi ma con risultati convergenti.
Come osserva Zuboff, “è molto difficile partecipare efficacemente alla società senza interfacciarsi con questi stessi canali che sono catene di approvvigionamento per i flussi di dati del capitalismo della sorveglianza”.
Conclusioni: ripensare la libertà digitale
La vera sfida del XXI secolo non è proteggere un’astratta “libertà occidentale” da una minaccia “orientale”, ma ripensare il rapporto tra tecnologia, privacy e democrazia in un mondo sempre più digitalizzato. Con il declino democratico globale e l’espansione dei sistemi di sorveglianza sia pubblici che privati, diventa cruciale sviluppare nuovi framework normativi e tecnologici che servano l’umanità piuttosto che controllarla.
Il rapporto FTC raccomanda che il Congresso approvi una legislazione federale sulla privacy per limitare la sorveglianza, affrontare le protezioni di base e garantire i diritti sui dati dei consumatori. Solo attraverso un approccio globale e coordinato sarà possibile costruire alternative reali a sistemi che, pur attraverso percorsi diversi, convergono verso forme simili di controllo sociale.
