Attacco DDoS al Parlamento europeo, la rivendicazione di Killnet

“Killnet riconosce il Parlamento europeo come sponsor dell’omosessualità”: oggi, con questo sarcastico annuncio sul proprio canale Telegram, il gruppo russo ha rivendicato il cyber attacco che ha reso irraggiungibile la pagina www.europarl.europa.eu. L’azione si è verificata solo poche ore dopo l’approvazione a larga maggioranza di una risoluzione sul riconoscimento della Russia come “sponsor del terrorismo internazionale”, parte delle misure adottate in sede comunitaria a titolo di condanna dell’invasione militare in Ucraina.

Le dichiarazioni via Twitter del portavoce Jaume Duch confermano il consueto schema seguito dagli attaccanti, che da sempre privilegiano obiettivi istituzionali e procedono a inondarli di richieste per provocarne il collasso: “The availability of @Europarl_EN website is currently impacted from outside due to high levels of external network traffic. This traffic is related to a DDOS attack (Distributed Denial of Service) event. EP teams are working to resolve this issue as quickly as possible (in italiano, “La disponibilità del sito web del Parlamento europeo è attualmente influenzata a causa degli alti livelli di traffico di rete esterno correlato a un attacco DDOS. I team IP sono al lavoro per risolvere la questione quanto prima”).

https://twitter.com/jduch/status/1595433790809284614?s=20&t=4di_Wf0OrnLlRHMsnGxw0g

Anche la Presidente Roberta Metsola lo ha definito “A sophisticated cyberattack” e un anonimo funzionario dell’Europarlamento, secondo quanto riportano diverse fonti, avrebbe parlato del “peggiore attacco della storia recente”. Che ciò sia vero o meno, inevitabilmente l’episodio – per quanto il danno si concretizzi soprattutto in termini d’immagine – porterà molti a interrogarsi sull’effettiva sicurezza delle istituzioni di Strasburgo.

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